Interferenze lessicali



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La discordanza nel sistema dei significati si potrebbe osservare pure in altre parti del discorso, per esempio:




ХУБАВ

КРАСИВ

BELLO

1. Приятен, приличен на глед: гиздав, красен, красив.

1. Който се нрави на зрението и слуха ни, който възбужда естетически чувства: хубав, приятен, красен.

1. Който с външния се вид или с качествата си предизвиква приятни усещания.

2. Който се нрави на сетивата: приятен, вкусен, добър.



1. ╋

3. С достоинства, които допадат на ума, на духа.



1. ╋

4. За време: ясно, ведро, слънчево.



1. ╋

5. Доброкачествен, добър.









2. Очевиден, значителен, голям.



2. прен. Почтен, нравствен, благороден.

3. Добър, почтен.

Si possono addurre ancora molti altri esempi simili. La deduzione generale che si impone è che nei casi di polissemia di rado si può osservare coincidenza completa tra i sistemi di significati sia nel lessico internazionale, che nell’altra parte del lessico delle due lingue. Questo si deve allo sviluppo differente dei significati derivati e figurati che è legato pure al sistema concettuale che sta in base alle diverse lingue. Le differenze nei sistemi di accezioni rappresentano un presupposto reale per l’interferenza nel campo del lessico.


Fin qui si sono esaminati i lessemi in relazione alla loro natura semantica. Il lessema, però, nel piano del significato, si potrebbe esaminare pure dal punto di vista dei rapporti semantici tra le parole. Questo significa ”scoprire i legami tra le loro accezioni e creare in base a un determinato indizio dei paradigmi di parole” (Moskov, 1982). Per portare avanti la nostra analisi da questo punto di vista dovremo mettere a confronto i legami tra le accezioni delle parole entro paradigmi affini.

Come pagadigmi di questo genere si potrebbero esaminare:


A. Campo semantico. Ad uno stesso campo semantico appartengono parole i cui significati sono legati con una certa sfera del mondo reale. Queste parole formano un paradigma lessicale relativamente autonomo come gruppo tematico, più o meno ampio: per esempio i nomi degli animali domestici, di quelli selvaggi, dei fiori, degli alberi, dei funghi, ecc., e le accezioni delle parole possono entrare tra di loro in varie interazioni. Cercheremo di confrontare i campi semantici delle parole che indicano i legami di parentela. Prima di passare al confronto stesso dobbiamo notare che le parole appartenenti ad uno stesso campo semantico vengono uniti da un integrale indizio semantico. Così per esempio l’indizio integrale “parente di sangue” sia nel bulgaro (баща, майка, син, дъщеря, братовчед, брат, сестра и т.н.), che nell’italiano (padre, madre, figlio, figlia, cugino, fratello, sorella, ecc.) raggruppano delle parole simili. D’altra parte, le parole di uno stesso campo semantico differiscono in base a qualche indizio differenziale. M.Moskov, linguista bulgaro, propone i seguenti indizi differenziali per le parole di parentela:

1) appartenenza a generazioni differenti;

2) parentela diretta o indiretta;

3) appartenenza a un determinato sesso;

4) parentela di sangue o per matrimonio;

5) parentela da parte della moglie – da parte del marito (Moskov, 1982)

Stando a questi indizi si puo’ osservare come nelle due lingua un termine viene distinto: per esempio la parola “padre” che in entrambe le lingue entra nel campo semantico in base allo stesso indizio integrale: cosi’ “баща-майка” е “padre-madre” si distinguono secondo il terzo e il quarto indizio di quelli enumerati sopra; “баща-дъщеря” е “padre-figlia” – secondo il primo, il secondo e il terzo, ecc. In altri casi però si creano delle difficoltà per il fatto che di fronte a ben quattro vocaboli della lingua bulgara – “внук”/”внучка” е “племенник/племенница” - nell’italiano appare un’unica parola “il/la nipote” per la quale il primo indizio non e’ differenziale (l’appartenenza a generazioni diverse). Inoltre il terzo indizio – l’appartenenza ad un determinato sesso – viene attualizzato unicamente nel linguaggio tramite l’articolo. In casi simili si deve prestare molta attenzione nella traduzione dall’italiano in bulgaro. Un’analisi simile si potrebbe fare per altre coppie di parole come “zio/zia”, “suocero/suocera” contro le quali nel bulgaro sta tutta una serie di parole che indicano con grande precisione il legame di parentela, mentre la lingua italiana si comporta in modo piu’ schematico.

Un confronto stando agli indizi integrali e a quelli differenziali si potrebbe fare per ogni gruppo tematico entro un campo lessicale al fine di stabilire le somiglianze e le differenze nei legami tra le parole nelle due lingue e fare una prognosi quali differenze potrebbero esser veicoli di interferenza.


B. Serie sinonimiche. Anche queste formano dei paradigmi in base alla comunanza completa o parziale tra le loro accezioni. Nel nostro caso si dovrebbe operare un confronto tra le serie sinonimiche nelle due lingue. Per esempio: in bulgaro “аромат, благоухание, парфюм, благовоние (книж.) e in italiano “aroma, fragranza, profumo, olezzo (lett.). In questo caso le due serie sinonimiche sono simili: oltre allo stesso numero di parole, ogni lessema trova un analogo nell’altra serie. Ma questo non si può osservare spesso. Spesso il lessema di una serie non trova una parola equivalente per significato nell’altra serie, oppure ha piu’ di un equivalente. In casi del genere si manifesta in maggior grado l’interferenza come uso erroneo del rispettivo vocabolo. L’analisi di nuovo dovrebbe iniziare esaminando la natura semantica di ogni singolo lessema della serie sinonimica e cercando l’equivalenza piú precisa nell’altra lingua.

Per esempio in bulgaro abbiamo la serie sinonimica “ученик – възпитаник – питомец” e nell’italiano “alunno – allievo – discepolo – scolaro - studente” (si può vedere sopra l’analisi della natura semantica). Di fronte alla parola bulgara “ученик” nella sua prima accezione si potrebbero collocare tutte e cinque le parole della serie sinonimica italiana, di fronte alla seconda – solo la parola “discepolo”, mentre la sua terza accezione non trova una parola equivalente nella serie sinonimica. Di fronte alle altre due parole bulgare “възпитаник – питомец” si potrebbe mettere il lessema “alunno” nella sua seconda accezione. Se partissimo dall’italiano verso il bulgaro, si stabilirebbe che le parole della serie sinonimica italiana possiedono delle accezioni di fronte alle quali non possiamo collocare nessuna parola di quella nel bulgaro. Così il vocabolo “studente” che nella lingua italiana si usa in primo posto con l’accezione di “qualcuno che studia”, ma anche nell’accezione di “studente universitario” il cui equivalente, però, non rientra nella serie sinonimica.

I casi simili sono numerosi ed alcuni molto piú complicati. Perciò insegnando le serie sinonimiche si dovrebbe prestare maggiore attenzione, perché anche a livello avanzato di conoscenza della lingua italiana si riscontrano degli usi impropri delle parole.

I lessemi si potrebbero raggruppare in paradigmi anche stando ad altri indizi: per esempio secondo un modello di formazione delle parole, oppure per parti del discorso come un paradigma specifico, il che esigerebbe una ricerca molto complessa. E con questa relazione si mira di evidenziare alcune cause dell’interferenza potenziale per cercare di prevenire nell’insegnamento almeno in parte tale fenomeno.


Fin adesso abbiamo esaminato il lessema a livello del sistema. Si impone la conclusione che di rado si riscontra una somiglianza formale e un’identità semantica tra i lessemi nelle due lingue (soltanto in una parte limitata del lessico internazionale). In gran parte dei casi i lessemi con somiglianze formali coincidono solo parzialmente nelle loro accezioni e le differenze entro tale affinità creano dei presupposti reali per l’interferenza. Inoltre, in base al confronto delle caratteristiche semantiche delle parole nelle due lingue si possono scoprire molte differenze di collegamento delle parole in paradigmi al livello del sistema.

Si può riassumere che dal punto di visto lessicale e semantico le differenze tra il bulgaro e l’italiano possono essere:



  1. Differenze tra i sistemi di accezioni delle parole nelle due lingue.

  2. Differenze nei legami tra le accezioni delle parole in vari paradigmi.

Queste differenze portano alle seguenti deviazioni nell’uso delle parole:

  1. Uso erroneo di un determinato lessema in un’accezione propria al lessema dell’altra lingua, quando le due parole coincidono soltanto nella loro prima accezione e differiscono nelle altre, oppure l’una abbraccia piú accezioni dell’altra.

  2. Allargamento o restrinzione del significato di un dato lessema in una delle lingue sotto l’influenza dell’altra lingua.

  3. Sostituzione di un lessema con un altro entro un paradigma per via dei legami differenti tra i significati dei lessemi nelle due lingue.

Gli errori che si possono commettere per via delle differenze al livello del sistema modificano il senso ed ostacolano la comprensione, quindi si possono trattare come errori di comunicazione.
Il seguente livello di analisi partendo sempre dalla triade “sistema-norma-uso” è quello della norma, cioè un anello intermedio tramite cui la lingua-sistema si realizza nel linguaggio. Le lingue differiscono non solo nei loro elementi strutturali, ma pure per il modo in cui tali elementi si usano, cioè le loro realizzazioni normative. (Gak, 1979) Parte di queste è pure la combinabilità linguistica. Nel caso concreto ci interessa la possibilità di combinare dei lessemi come unità linguistiche, cioè il lessema verrà confrontato al livello del sintagma. In questo piano esso esegue una funzione costruttiva collegandosi con un altro lessema in base alle rispettive regole, cioè le relazioni sintagmatiche. Così si possono formare: a) lessemi composti; b) costrutti (o nessi di parole); c) proposizioni. Adesso cercheremo di proporre un’analisi dei lessemi composti e dei costrutti inquanto dipendono dalla natura semantica dei lessemi. Per quanto riguarda la proposizione la situazione è diversa e l’analisi uscirebbe dai nostri obiettivi.

I lessemi composti sono oggetto di ricerca della derivazione (formazione delle parole), ma siccome il loro elemento costruttivo è il lessema, noi li abbiamo inclusi nell’analisi. La possibilità di formare dei lessemi composti esiste in entrambe le lingue e potrebbe essere oggetto di una ricerca a parte. Si deve notare, però che i criteri secondo cui si formano i lessemi composti nelle due lingue non coincidono. Nella lingua bulgara il criterio di base è se viene usato o meno un morfema di congiunzione, mentre nella lingua italiana – da quali parti del discorso vengono formati i lessemi composti. Per fare un confronto ci sembra più adatto il secondo criterio, tanto più l’obiettivo dell’insegnamento e dello studio è la lingua italiana. Ci limiteremo di proporre un’analisi basata su nomi sostantivi. Dunque i lessemi composti con funzione di nomi sostantivi di possono formare da:




BULGARO

ITALIANO

1. SOSTANTIVO + SOSTANTIVO

Коминочистач

Дърводелец

Небосклон

Железобетон

Пожарогасител

Стихосложение

Корабостроителство, ecc.


Arcobaleno

Pescecane

Banconota

Ferrovia


Capolavoro

Piroscafo

Autostrada, ecc.


2. SOSTANTIVO + AGGETTIVO

---

Manoscritto

Cassaforte

Terracotta

Palcoscenico, ecc.



3. AGGETTIVO + SOSTANTIVO

Болногледач

Благородник

Благополучие

Тъпоумие


Пълнолуние

Великодушие , ecc.



Mezzaluna

Mezzanotte

Mezzogiorno

Purosangue

Bassorilievo

Biancospino, ecc.



4. AGGETTIVO + AGGETTIVO

Глухоням


Sordomuto

Pianoforte

Chiaroscuro, ecc.


5. NUMERALE + SOSTANTIVO

Стоножка

Тримесечие

Триъгълник, ecc.


Millepiedi

Bimestre


Triangolo, ecc.

6. VERO + UN’ALTRA PARTE DEL DISCORSO

Развейпрах

Вариклечко

Прескочикобила

Лайкучка


Стърчиопашка, ecc.

Asciugamano

Passatempo

Guardaroba

Posacenere

Dormiveglia

Mangiatutto, ecc.


Con questi sei gruppi non si esauriscono le possibilità di formazione di nomi sostantivi composti in ambedue le lingue. Non abbiamo incluso, per esempio, i sostantivi composti di origine straniera. Ci sono pure altri modelli, ma pure questi gruppi ci permettono di delineare alcune somiglianze e differenze. È evidente come in uno dei gruppi gli esempi in lingua bugara mancano, ed in un altro ce ne sono ben pochi: cioè quando il secondo lessema nel bulgaro è un aggettivo, la parola rientra di solito nella classe degli aggettivi e poche volte è sostantivata, mentre nell’italiano il lessema ha la funzione di nome sostantivo. Poche volte osserviamo delle coincidenze come nella coppia “глухоням – sordomuto”, i cui termini si usano in modo analogico in entrambe le lingue.

Se cercassimo per ogni lessema composto un equivalente nell’altra lingua, si stabilirebbe che di rado è un lessema composto. Quando abbiamo dei lessimi composti in entrambe le lingue, poche volte sono formate secondo uno stesso modello, per esempio:”стоножка” е ”millepiedi”, „банкнота” е “banconota”, ecc. Più spesso, anche se con significato affine, questi sono formati secondo modelli diversi:


    • Прахосмукачка – sostantivo+sostantivo

    • Aspirapolvere – verbo+sostantivo




    • Светлосянка – aggettivo+sostantovo

    • Chiaro scuro – aggettivo+aggettivo

In casi simili si può verificare l’influenza della lingua materna che si può esplicare nella formazione di una parola composta nell’italiano su modello tipico per la parola composta nel bulgaro con un significato affine. Quando si lavora con studenti a livello avanzato è estremamente importante puntare l’attenzione sui modelli di derivazione, in quanto proprio loro sono quelli che più spesso cercano di inventare delle parole che non esistono.

Le differenze nei sistemi di accezioni delle parole nelle due lingue presuppongono una combinabilità diversa delle parole nella formazione di costrutti che secondo alcuni linguisti sono oggetto di studio della lessicologia, secondo altri invece – della sintassi come sintagmi sintattici. Questi rientrano nel nostro interesse inquanto nella loro formazione di primaria importanza è l’essenza semantica della parola. Il confronto che cercheremo di operare è a livello di costrutti.

A seconda della composizione lessicale (Moskov, 1982) i costrutti si possono suddividere in semplici (composti di due lessemi) e composti ( di più lessemi). Questa classifica è valida per entrambe le lingue.

Secondo il rapporto tra i lessemi i costrutti in tutte e due le lingue sono di due tipi : coordinativi e subordinativi. Un particolare interesse per noi rappresentano i costrutti con un rapporto subordinativo. Stando al termine principale del costrutto questi si potrebbero classificare su criterio morfologico e cioè :


BULGARO

ITALIANO

A.. VERBALI

1. verbo + sostantivo

Чета книга

Отивам на гарата

Пътувам с влак

Слизам по стълбите



Leggo un libro

Vado alla stazione

Viaggio in treno

Scendo per le scale



2. verbo + avverbio

Карам бавно

Работя бързо



Guido piano

Lavoro velocemente



3. verbo + gerundio

Вървя, наблюдавайки

Разхождам се, мислейки



Cammino osservando

Passeggio pensando



B. NOMINALI

1. sostantivali

Книгата на момичето

Нашият клас

Прочетена книга

Мислещ човек



Il libro della ragazza

La nostra classe

Un libro letto

Uomo pensatore



2. aggettivali

Достоен за наградата

Много прилежен

Готов да помогне


Degno del premio

Molto diligente

Pronto ad aiutare


3. pronominali

Кой от учениците

Някой от тях

Всеки от групата


Chi degli alunni

Qualcuno di loro

Ognuno del gruppo


4. numerali

Един от учителите

Пет стола

Десет ученици


Uno degli insegnanti

Cinque sedie

Dieci allievi


C. AVVERBIALI

Много важно

Твърде малко

Далече от пътя

Близко до гарата



Molto importante

Troppo poco

Lontano dalla strada

Vicino alla stazione


Si puntato su esempi con significato affine per poter delineare come vengono combinati i lessemi nelle due lingue.

In base agli esempi riportati si potrebbero fare le seguenti deduzioni:


  1. Sia il bulgaro che l’italiano tendono all’analiticità ed in ambedue le lingue i rapporti sintattici vengono espressi tramite varie preposizioni ed un caso comune (casus generalis).

  2. Di rado uno stesso rapporto sintattico viene espresso tramite una stessa preposizione (nel piano del contenuto). Così negli esempi “отивам в университета”/“vado all’università” e “отивам на гарата”/”vado alla stazione” si esprime sempre la stessa idea, ma tra le due preposizioni nella lingua bulgara “в” е “на” e la preposizione “a” nella lingua italiana non si può mettere il segno di uguaglianza per quanto riguarda il significato. Negli esempi “пътувам с влак” e “viaggio in treno/viaggio con il treno” scopriamo una situazione simile: nell’italiano l’accento cade sul fatto che chi viaggia si trova dentro il mezzo di tasporto, quando questo è marcato solo come tipo di mezzo, invece si usa obbligatoriamente la preposizione “con+articolo determinativo” quando il mezzo è definito in modo preciso. Una distinzione simile non si potrebbe operare nella lingua bulgara.

Si potrebbe generalizzare che alcuni verbi con significato affine nelle due lingue esigono preposizioni diversi per l’espressione di uno stesso rapporto sintattico. Quindi è necessario che l’insegnante punti l’attenzione su ogni singolo caso per cercare di prevenire l’interferenza.

Un altro caso in cui si manifestano delle differenze è quando in una delle lingue si esige la preposizione per l’espressione di un dato rapporto sintattico mentre nell’altra non se ne esige. Un esempio, che non “produce” troppi errori è il verbo “suonare” che nella lingua italiana viene seguito da un complemento oggetto quando si tratta di uno strumento musicale, cioè “suonare il pianoforte, la chitarra, ecc.”, mentre nel bulgaro dopo il verbo “свиря” viene la preposizione “на”, cioè “свиря на пиано, на китара и т.н.”. Il verbo “chiedere”, invece, provoca quasi cento per cento l’interferenza nell’uso della forma atona dei pronomi personali indiretti, quale risultato diretto della mancanza di una preposizione nella lingua bulgara nel rapporto dativo, dove nell’italiano sta la preposizione “a” del complemento di termine.

Esempio:


Verbo

Complemento oggetto

Complemento di termine

chiedere

una cosa

a una persona

питам

нещо

някого

Questa differenza provoca degli errori che ostacolano la comunicazione inquanto la mancanza di una preposizione per esprime il rapporto dativo nel bulgaro spesso porta alla sua omissione pure nell’italiano e di seguito l’utilizzo del pronome diretto invece di quello indiretto.

Dobbiamo notare che nella maggioranza dei casi dagli errori che derivano da tali differenze il discorso diventa scorretto senza implicare dei disturbi nella sua comprensione salvo certi casi quello citato sopra. Così per esempio, se sott’influenza del bulgaro invece di “insieme a”, cioè “заедно с”, si userà “insieme con” (senza dimenticare che la preposizione italiana “con” coincide nella grande parte delle sue accezioni con la preposizione bulgara “c”), l’idea di un’azione fatta in comune sarà comprensibile anche se la frase non sarà costruita secondo le regole correnti della lingua italiana.

Maggiori differenze si possono scoprire se metteremo a confronto dei costrutti fissi. Questo si deve allo sviluppo differente delle lingue. Ecco alcuni esempi di costrutti molto diffusi e usati in entrambe le lingue che vengono insegnati a livello principianti nell’insegnamento della lingua italiaan.:


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