Interferenze lessicali



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INTERFERENZE LESSICALI

NELL’APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO DA BULGARI
Petia Petkova-Staleva

Nuova Università bulgara

19 ottobre 2011
Con questo intervento vorrei mettere a fuoco il problema dell’insegnamento (e rispettivamente dell’apprendimento) del lessico della lingua italiana e le difficoltà che ne genera per via dell’interferenza che ne esercita la lingua materna, che nel caso concreto è il bulgaro. In campo lessicale le interferenze sono molte e frequenti inquanto il lessico è il terreno dove avvengono i maggiori scambi interlinguistici. Una delle definizioni incontrata spesso tratta l’interferenza lessicale come “uso scorretto di parole alle quali si conferiscono dei significati propri del lessico di un’altra lingua, oppure un allargamento o una restrinzione del significato delle parole per motivi analogici” (Patev, 1974). Anche se l’interferenza si portebbe analizzare da vari rami della scienza quali la psicologia, la sociologia, la linguistica, la psicolinguistica, la pedagogia, la glottodidattica, a noi interesserebbe il punto di vista linguistico. Dunque l’interferenza si potrebbe analizzare:

  • come interazione di strutture o elementi strutturali dei sistemi linguistici e l’accento cade sull’azione, sul processo di integrazione;

  • come modifica nelle strutture o negli elementi della struttura e quindi deviazione dalle norme delle lingue in contatto, e qui l’accento cade sui risultati di tale processo.

Seguendo la distinzione di Suassure di lingua e linguaggio, potremmo distinguere l’interferenza a livello della lingua e interferenza a livello del linguaggio con le rispettive caratteristiche:

  • l’interferenza a livello di lingua sarebbe quella potenziale, possibile, predisposta ancora nei sistemi strutturali delle lingue;

  • l’interferenza a livello del linguaggio è quella reale, cioè la realizzazione di certe possibilità di deviazione nel linguaggio, predisposte già nei sistemi.

L’interferenza viene esaminata come un’influenza di disturbo della lingua materna e transfer/trasposizione delle abilità e delle abitudini propri di questa nella produzione del discorso nella lingua straniera. In genere, la genesi del linguaggio è un processo di cui giudichiamo unicamente dal suo risultato, cioè dal linguaggio stesso. Dunque l’interferenza a livello del linguaggio possiamo interpretare come risultato di tale processo, mentre quella a livello di lingua-sistema come un’interferenza potenziale, o come possibilità di realizzazione di tale processo. Introduciamo l’interferenza nella triade di Eugenio Coseriu “sistema – norma – uso”: la lingua-sistema tramite la norma si realizza nel linguaggio e quindi i cambiamenti nel linguaggio tramite modifiche nella norma in una certa fase possono penetrare pure nella lingua-sistema (Cosseriu, 1990).

In genere, l’interferenza linguistica, dovrebbe essere a senso unico, inquanto, come si sa dalla teoria della psicologia sulla resistenza delle abitudini ed delle abilità, nel nostro caso formate in base alla lingua materna, sono più resistenti e possono influenzare quelle che si devono formare in base al sistema di una lingua straniera di cui non si padroneggia in grado sufficiente.

Il compito che ci stiamo proponendo è di cercare di spiegare le cause, i presupposti dell’interferenza. Le possibilità in questa prospettiva sono due: la prima è, tramite delle analisi comparative che mirano di descrivere le affinità tipologiche tra i sistemi linguistici e tramite delle analisi contrastive che mirano di individuare le differenze nei medesimi sistemi, di scoprire le cause della genesi dell’interferenza, prognosticando quelle possibili e non quelle reali. La seconda consiste nella descrizione e nell’analisi delle manifestazioni concrete di tale interferenza che sono ormai delle deviazioni, delle trasgressioni delle norme del linguaggio. Quindi, detto in altri termini, il primo metodo consiste nell’analisi comparativa e contrastiva, e l’altro – nell’analisi degli errori. La necessità di abbinare questi due approcci è evidente: da una parte si cerca una spiegazione delle cause che hanno generato gli errori, dall’altra le ricerche comparative contrastive hanno bisogno di una conferma della pratica linguistica.

Per raggiungere il nostro obiettivo ci serviamo di un’analisi comparativa per individuare le affinità e le differenze tra le due lingue – l’italiano e il bulgaro – nel campo del lessico. A tal fine abbiamo utilizzato una serie di dizionari bilingui e dei vocabolari rispettivamente della lingua italiana e di quella bulgara. L’analisi si è effettuata a tre livelli: al livello della lingua come sistema, a quello della norma e a quello dell’uso. Quest’impostazione esige un ulteriore chiarimento: al livello del sistema verranno analizzate delle unità linguistiche, a livello della norma – la comparazione della possibilità di combinare tali unità e, infine, al livello dell’uso - il paragone delle scelte per esprimere certe situazioni dal portatore della lingua e da chi la sta studiando.

Questo confronto ha per fine di stabilire alcune differenze ed affinità a livello lessico-semantico tra le due lingue che potrebbero generare dell’iterferenza lessicale. Non dobbiamo, però, dimenticare che il lessico è un sistema aperto e dinamico, non strutturato in modo rigido e questo ulteriormente complica il nostro compito.
Al livello del sistema oggetto della nostra analisi sarà il lessema, cioè la parola, il vocabolo quale unità linguistica nei suoi due piani:


  • il piano dell’espressione, cioè la sua parte materiale;

  • il piano del contenuto, cioè la sua parte significativa come sistema di accezioni.

“Il tremine significato nel campo linguistico significa l’intero contenuto lessicale e grammaticale della parola come una sua caratteristica semantica” (Moskov, 1982). La parte significativa del lessema quindi include oltre al significato lessicale come accezioni, proprie unicamente per esso, pure un certo significato grammaticale, tipico per più parole che le accomuna a certe categorie grammaticali. Con altre parole, il significato del lessema dipende sia dalla sua struttura semantica che da quella derivazionale.

Abbiamo sottolineato che le affinità e le differenze si cercheranno nei due piani indicati prima, malgrado il fatto che l’italiano e il bulgaro appartengono a famiglie linguistiche diverse e, quindi, si può presumere che le differenze saranno più numerose che le

affinità. Esiste però nel sistema lessicale di ogni lingua una categoria di parole, chiamata lessico internazionale, nella quale possiamo riscontrare delle affnità in entrambi i piani. Appunto le differenze che si potrebbero delineare entro queste affinità, spesso sono veicolo dell’interferenza. Le differenze riguardano soprattutto le loro strutture fonetiche e morfologiche che potrebbe esser oggetto di un’altra ricerca. Le affinità, le somiglianze delle parole nel piano dell’espressione porta alla loro identificazione pure nel piano del significato. Ma in realtà la somiglianza nel piano dell’espressione ed l’identità nel piano del significato è soltanto uno dei casi possibili. Una coincidenza dei loro significatiii lessicali possiamo osservare nei seguenti lessemi:
BULGARO ITALIANO

депутат deputato

република repubblica

траектория traiettoria

рококо rococò

футуризъм futurismo

морфина morfina

холера colera

апетит appetito

катастрофа catastrofe


Parole come queste nella maggior parte dei casi sono dei termini scientifici, parole legate alla vita pubblica, alla politica, termini nel campo dell’arte, della medicina, ecc.

Anche se di rado si incontrano dei casi quando la somiglianza riguarda unicamente il piano dell’espressione. Così per esempio le parole „сервитор” e “servitore” si potrebbero confondere facilmente giudicandole con significato affine per via della somiglianza formale, ma in realtà il loro significato è diverso. La parola italiana significa: 1.“Chi presta servizio in casa privata; 2. Chi si dedica con devozione e fedeltà a servire una persona, un ideale e sim.”, cioè “слуга, прислужник”. Ecco il risultato se cercheremo i loro significati equivalenti:




BULGARO

ITALIANO

Сервитьор

Cameriere

Слуга, прислужник

Servitore

Parole simili fanno parte del cosidetto lessico pseudointernazionale in cui si osserva soltanto somiglianza formale, ma manca l’identità di significato: esse sono un reale veicolo d’interferenza (nel nostro caso la parola “servitore” viene utilizzata al posto della parola “cameriere”, cioè „сервитьор” in bulgaro).

(Una parentesi: si osserva dell’interferenza pure dalle altre lingue studiate prima della lingua da parte dei nostri studenti, dove c’è somiglianza nel campo dell’espressione e differenza nel campo del significato; un esempio molto evidente è la parola “parenti” che risulta sul posto della parola “genitori” inquanto questo è il significato della parola inglese “parents”).
Dal punto di vista teorico si parla di significato lessicale della parola, ma in realtà la parola concreta presenta più di un’accezione, cioè è polisemica. In realtà la monosemia è un fenomeno raro e non presenta grande interesse per la nostra analisi, inquanto in questi casi gli errori sono dovuti non all’interferenza ma piuttosto all’ignoranza del significato della parola. Per delineare le discordanze di base che possono esistere nei sistemi di accezioni di due parole delle due lingue , è necessario mettere a confronto la loro essenza semantica. In genere “esaminare l’essenza semantica di un lessema significa esaminare le sue accezioni come sistema nella loro determinatezza strutturale” (Moskov, 1982). Parliamo di determinatezza strutturale delle accezioni inquanto di solito le accezioni derivate o figurate di una data parola si basano sulla sua accezione di base.

In base al raffronto dei sistemi di accezioni si possono delineare i seguenti casi:



I. I sistemi delle accezioni della parole coincidono completamente.

Negli esempi partiamo dalla lingua bulgara inquanto è L1 per chi studia per arrivare alla lingua italiana – L2.




РЕПУБЛИКА

REPUBBLICA

1. Държавен строй, чиято върховна власт се упражнява от избран за определено време орган.



2. Държава с такъв строй.






АПЕТИТ

APPETITO

1. Желание, охота за ядене.



2. Страст за печалба, домогване.


Si possono addurre degli esempi sia del lessico internazionale che dell’altra parte del lessico delle lingue. In una coincidenza del genere si potrebbe presumere che non esistano motivi perché si manifesti dell’interferenza.



II. I sistemi di accezioni delle due parole non coincidono e si possono suddividere ulteriormente:

1. In una delle lingue il lessema ha maggior numero di accezioni che nell’altra oppure coincidono soltanto una parte delle accezioni delle parole:


Esempio 1:

ФОНТАН

FONTANA

1. Водоскок, шадраван

1. Конструкция, обикновено с орнаментален вид, предназначена да събира и да разпределя водата от някой извор или водопровод / Costruzione, spesso a carattere ornamentale, e talora di grande pregio artistico, destinata a raccogliere e distribuire l'acqua di una sorgente o di una condotta

2. ▬

2. книж. Извор, чешма / (lett.) Fonte, sorgente

3. ▬

3. прен. Произход на нещо / Origine di qlco.

4. ▬

4. Дупката, която се прави в куп брашно, за да се изсипят другите продукти за омесване, като мляко, яйца и др./ Buco che si apre in un mucchio di farina, per versarvi gli ingredienti da impastare come latte, uova e sim.

Esempio 2:

КАРТОФ

PATATA

1. Едногодишно растение, което образува в земята грудки, употребявани за храна

1. Pianta delle Solanacee con fiori in corimbi bianco-rossi o violetti, frutti a bacca giallastri e tuberi commestibili (Solanum tuberosum)

2. Самата грудка като хранителен продукт

2. Tubero commestibile di tale pianta, ricco di amido

3. ▬

3. нар прен. Голяма втвърденост на крака / (pop., fig.) Grossa callosità del piede

In questi due esempi si vede in modo chiaro che nella lingua italiana i lessemi possiedono più accezioni che nella lingua bulgara. Nel primo caso insegnando la parola “fontana” è importante spiegare che salvo l’accezione con cui leghiamo noi bulgari la parola „фонтан”, il lessema italiano si usa pure nel senso di “fonte, sorgente”, ma pure nelle altre due accezioni. Si possono commettere degli errori pure nella traduzione dall’taliano in bulgaro.

Nel secondo esempio, siccome la parola italiana possiede solo un’accezione in più rispetto alla parola bulgara „кaртоф” e questa è popolare e figurata e quindi è minore la possibilità che si sbagli.
Esempio 3:

ПРОЗОРЕЦ

(accezioni in base alla parola bulgara)



FINESTRA

(accezioni in base alla parola italiana)



1. Отвор в стената на сграда, за да влиза светлина и въздух.

1. Apertura nelle pareti degli edifici, per aerazione e illuminazione; (est.) le imposte e i vetri che la chiudono: aprire la finestra

2. Приспособление за отваряне на такъв отвор.

2.

3. Стъкла за такъв прозорец.



4. прен. Място, откъдето може да се види нещо, да се задържат отношения.



5.

3. (elab.) In un elaboratore elettronico, porzione delimitata dello schermo del terminale, nella quale è possibile eseguire un'attività indipendente.



4. Отвор, рана, пукнатина.



4. журнал. Ложа / (giorn.) Breve articolo incorniciato da filettature. SIN. Palchetto.



5. прен.в мн.ч. Очи / †Occhi.

Un caso interessante presenta la parola “finestra”: le parole nelle due lingue coincidono soltanto in tre delle loro accezioni e ognuna delle parole ha pure altre accezioni che si differenziano. Questo fatto risulta un presupposto reale per l’interferenza che si potrebbe realizzare sia nella traduzione dal bulgaro in italiano che viceversa. Un caso molto tipico in cui si osserva dell’interferenza è l’uso della parola bulgara „прозорец” nella sua terza accezione della tavola, cioè “vetri della finestra”. In bulgaro si dice : „Децата счупиха прозореца с топка”. In una traduzione corretta in italiano si dovrebbe specificare che ”è stato rotto il vetro” e non la finestra stessa e rispettivamente la frase potrebbe esser cosi: “I ragazzi hanno rotto il vetro (della finestra) con il pallone” ( e senza il chiarimenti la frase perderebbe il senso).


2. In una delle lingue una delle accezioni e più generica delle altre.

Per esempio:




КРАК

GAMBA

1. Долен крайник на човек или животно, с който стъпва или ходи.

1. анат. Частта на долния крайник от коляното до ходилото. / Parte dell'arto inferiore dal ginocchio al piede

2. Всеки от долните крайници на животно, с който стъпва и ходи. Ciascuno degli arti su cui l'animale si regge e cammina

2. Долна издадена част, подставка, на която се опира маса, стол, одър и др.

3. Структура или част от предмета, имаща функцията на опора, на подпора или под. / Struttura o parte di un oggetto che la funzione di sostegno o simile



4. Част от чорапи или панталони, в която се обува кракът (крачол)./ Parte della calza e dei calzoni lunghi in cui si infila la gamba.



5. Камшиче на буква или на нота. / Asta, linea verticale:

L’esempio proposto rappresenta dell’interesse per noi in quanto le due parole non coincidono nella loro prima accezione di base: “gamba di persona”. Mentre nella lingua bulgara la parola significa l’intera estremità inferiore, nella lingua italiana – soltanto una parte di questa, e questo può portare ad un uso erroneo della parola nella lingua italiana.

Nella spiegazione di parole dove si osservano simili differenze nei significati, si deve puntare l’attenzione su queste particolarità inquanto maggiorano la possibilità di sbagliare.

Dobbiamo notare che nel lessico internazionale la probabilità di fare uso eroneo aumenta per via della somiglianza formale che induce a commettere errori.

Un caso interessante è quando di fronte alla parola bulgara nella lingua italiana troviamo più parole con significato affine, cioè tutta una serie di sinonimi.

Per esempio contro la parola “”ученик” possiamo mettere più parole italiane:




УЧЕНИК

ALLIEVO

ALUNNO

DISCEPOLO

SCOLARO

STUDENTE

1.Дете или младеж, който ходи на училище да се учи.

1.

1.

1.

1.

1.

2. Изобщо човек, който изучава нещо, чирак, калфа.





4.





3. Недостатъч-но вещ,опитен в някоя рабо-та.

















2. Всеки от апостолите и последователите на Исус Христос.







2. Военен, който се учи, за да получи определена специализация.













2. Който е отгледан от човек, който не е роднина.













3.Който се придържа към метода, към доктрината на някой.

2.Ученик, последовател на определена школа, учител.





3.Атлет, който не е навършил определена възраст (18 г.) и се насочва към спортна кариера.











4.рядко Който се отглежда.











5.бот. Фиданка.








Dalla tavola proposta è evidente che soltanto in una delle accezioni la parola bulgara coincide con tutte e quattro parole italiane. Nell’insegnamento si dovrebbe puntare l’attenzione su quelle accezioni dove si verificano le differenze nei sistemi di significati dei lessemi.

Una situazione simile si potrebbe osservare pure nelle accezioni delle parole: „връх” in bulgaro e “cima”, “sommità”, vertice”, “vetta”, “punta” nell’italiano.


ВРЪХ

CIMA

SOMMITA’

VERTICE

VETTA

PUNTA

1. Най-висока-та част на нещо (прим. Връх на планина).












2. Тънкият, изострен край на нещо.











3. прен. Най-висока степен.







само в множ.ч.








Фам. Който превъзхожда другите по способности.











Мор. Въже от коноп.











Специалитет от генуанската кухня.

















Прен. Първенство,

Положение на превъзходство и др.













Краят на клон.











Сел.стоп. Млатилка.



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